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Bulleit, quando Bourbon vuol dire storia e passione

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ll Bourbon è un whiskey ottenuto da una miscela costituita da mais per almeno il 51% prodotto negli Stati Uniti che prende il nome da una contea dello Stato del Kentucky – (Bourbon appunto). La gradazione alcolica nel sistema americano è segnalata in proof, il quale è esattamente il doppio della gradazione alcolica in percentuale.  100° proof indica un distillato al 50% Vol. Nella sistema britannico invece, 100° Proof corrisponde a 57% circa di alcool sul La tipica miscela di cereali per il bourbon è generalmente composta dal 70% di mais ed il rimanente è dato da grano e/o segale (rye), e orzo maltato. I vari cereali vengono macinati ed immersi in acqua calda per l’estrazione degli zuccheri. Dopo aver separato la parte solida dal liquido con contenuto zuccherino, si aggiungono i lieviti per la fermentazione della cosidetta birra (in gergo americano). Al termine della fermentazione, quando la birra acida è ricca di lieviti attivi, si trattiene una parte della birra stessa per unirla ad una nuova partita di liquido che inizierà così la fermentazione senza l’aggiunta di lieviti. Questo sistema antico denominato sour mash, traducibile in infuso acido, favorisce la continuità di aromi e gusto uguali nelle varie partite di distillato.

La distillazione è normalmente continua, a colonna, senza peraltro raggiungere altissime gradazioni. Di fatto, se il risultato finale non supera gli 80° alcolici il distillato, dopo l’opportuno invecchiamento, potrà fregiarsi della dicitura straight che contraddistingue le sue caratteristiche di qualità superiore.

volume. La differenza con il Tennessee Whiskey dal punto di vista produttivo è il filtraggio attraverso carbone di duro acero del Tennessee, operazione che avviene prima di iniziare l’invecchiamento, eliminando così le caratteristiche più spigolose. Per questo motivo il Tennessee whiskey è molto più morbido del Bourbon. La differenza con il Tennessee Whiskey dal punto di vista produttivo è il filtraggio attraverso carbone di duro acero del Tennessee, operazione che avviene prima di iniziare l’invecchiamento, eliminando così le caratteristiche più spigolose. Per questo motivo il Tennessee whiskey è molto più morbido del Bourbon. Infine abbiamo il Rye whiskey è prodotto con almeno il 51% di segale (rye) con l’aggiunta degli altri cereali. La quantità reale del cereale principale, il mais per il bourbon e Tennessee whiskey e la segale per il Rye whiskey, normalmente raggiunge il 70%. Il metodo di fermentazione è quello tradizionale con aggiunta di lieviti, la distillazione è continua, a meno di 80° alcolici per avere uno straight rye whiskey. Il rye whiskey è scelto per la sua particolare duttilità nella miscelazione più ampia. Di fatto, nelle capaci mani di un bravo barman raggiunge risultati eccezionali sia nei cocktail classici sia nei mix moderni.

L’invecchiamento, secondo il disciplinare uguale per le tre qualità citate, avviene in barili nuovi di rovere americana e come per gli altri whiskey il colore naturale è ricavato esclusivamente dal legno senza ricorrere al caramello. 

Il whiskey americano iniziò a diffondersi intorno al 1770.  Gli stati Uniti si dimostrarono essere un luogo ideale per la produzione del distillato sia per i terreni fertili, legno abbondante, fonti d’acqua pura e soprattutto l’arrivo di molte maestranze irlandesi e scozzesi immigrate per cercare miglior fortuna. Gli emigranti, abituati ad utilizzare in Scozia ed Irlanda cereali come orzo e frumento, trovarono nel Paese di adozione due piante graminacee spontanee quali segale e mais che furono ampiamente utilizzate. Si ritiene che i primi rudimentali whiskey siano stati prodotti agli inizi del XVIII secolo in Pennsylvania esclusivamente con segale.

Il motivo che spiega la proliferazione di distillerie nello stato del Kentucky fu l’imposizione per legge di una impopolare accisa sui liquori e i distillati che nel 1791 genera la cosiddetta Whiskey Ribellion. La repressione ebbe anche come conseguenza non intenzionale, quella di incoraggiare i piccoli produttori di whisky di concentrarsi negli stati del Kentucky e Tennessee che rimasero fuori della sfera di controllo federale per molti anni. Inoltre in queste aree di frontiera, vi erano buon mais e acque particolarmente pure ideali per la produzione del Bourbon Whiskey.

In origine il Bourbon whisky era conosciuto come Kentucky o Western. Nel 1785 fu chiamato Bourbon County, in onore della famiglia reale francese e in riconoscimento del sostegno delle colonie Francesi (il capoluogo della contea di Bourbon è la città di Paris). Fu il Reverendo Elijah Craig, un ministro della Chiesa Battista, il primo a dare il nome di “bourbon” al proprio whiskey nel 1789.

La storia della Bulleit Whiskey ha inizio nei primi anni del 1800, quando Augustus Bulleit proprietario di un bar a Louisville, Kentucky, sfrutta la sua conoscenza nella produzione del brandy (è di origine francese) iniziando a distillare liquori in piccoli lotti. In particolare Augustus si concentra sulla creazione di una ricetta per un bourbon con un sapore unico alla quale arriva dopo innumerevoli esperimenti. La ricetta però è ottima e il suo bourbon riscuote un grande successo, soprattutto in Kentucky e in Indiana. Nel 1860 però, durante un viaggio da Louisville a New Orleans, Augustus scompare misteriosamente insieme alla sua creazione e alle decine di botti di whiskey che stava trasportando (ancora oggi non si sa cosa gli sia successo).

Arriviamo velocemente fino al 1987, quando il nipote di Augustus, Thomas E. Bulleit Jr. lascia la sua carriera d’avvocato per riuscire nel sogno della sua vita; dopo più di 100 anni Thomas vuole far rivivere la ricetta del bourbon whiskey del suo antenato, nasce cosi la Bulleit Distilling Company.